venerdì 25 marzo 2016

Semi infermità mentale

Il caso dell'omicidio di Gloria Rosboch a Torino riporta alle cronache la questione dell'infermità mentale. Può essere l'infermità mentale un
Infermità  mentale: salva gli assassini e mette a rischio gli innocenti

L’articolo 85 del Codice Penale è chiaro: Nessuno può essere punito per un fatto preveduto dalla legge come reato, se, al momento in cui lo ha commesso, non era imputabile. E' imputabile chi ha la capacità  d’intendere e volere.

A questo articolo si appoggiano la maggior parte degli avvocati per evitare di far scontare la pena in carcere ai propri assistiti. Il problema risiede nell'interpretazione di tale articolo. Infatti chi al momento non era imputabile, si intende che nel momento del reato per motivi usualmente e fisicamente estranei al soggetto, non era capace di intendere e volere. Il legislatore intendeva che se per ragioni non dipendenti dal soggetto, ad esempio se viene drogato o alterata la sua lucidità contro la sua volontà. Al contrario gli avvocati la sfruttano anche per persone che volontariamente, o apparentemente, tendono ad alterare il loro stato mentale con alcool o droghe.

La logica conseguenza è la seguente: la pena deve essere aumentata, poichè il soggetto, essendo socialmente pericoloso, potrebbe commettere di nuovo il reato. Invece l’articolo 85 del Codice Penale stranamente offre una drastica riduzione della pena, con il rischio che, una volta uscito dall’ospedale psichiatrico, il soggetto reiteri il reato. In sintesi: la norma salva gli assassini, i quali sono puniti con una pena minore, ma sottopone a rischi immensi la popolazione che rischia di ritrovarsi un delinquente libero in mezzo alla strada.

Chiunque uccida è un pericolo per la società, e gli debbono essere levati tutti i diritti che sono pericolosi per gli altri: patente, voto, maneggiare armi, ecc.
Dopo la cura psichiatrica l'assassino dovrebbe cominciare la pagare con la pena in prigione.