Sono ormai 40 anni che assistiamo imponenti a giudizi errati da parte dei giudici. Le sentenze di giudizio sono continuamente ribaltate dal grado di giudizio successivo. Se da un lato abbiamo un sistema garantista che rassicura l'imputato di richiedere un successivo giudizio, se ritiene di essere stato giudicato erroneamente; dall'altro non abbiamo un sistema che eviti errori da parte del giudice. Ancor più grave è che manchi totalmente un meccanismo che eviti il perpetuarsi di cause inutili per 30 anni o più.
Il difetto del sistema giudiziario è insito nella totale impunibilità del giudizio emesso da un giudice.
Un ottimo sistema per poter snellire i procedimenti giudiziari è rappresentato dalla patente a punti per i giudici. Questo sistema garantisce l'esito finale del procedimento in tempi estremamente ridotti.
Il sistema a punti è così strutturato: ogni giudice ha un punteggio di partenza di 10 punti, ogni volta che il loro giudizio è ribaltato dal grado successivo, perdono un punto. Recuperano 2 punti ogni anno.
Se un giudice arriva a zero, non è più un giudice e deve ricominciare tutto da capo.
Il giudice in questo modo è obbligato a formulare il giudizio che sarà definitivo, non quello che ritiene giusto.
Questo sistema non si basa su presupposti legali, ma solo paragmatici e funzionali del sistema italiano. Benché non sembri perfetto, è l'unico realmente realizzabile.
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mercoledì 2 novembre 2016
Patente a punti per i giudici
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