giovedì 30 luglio 2015

La follia della cassazione

I magistrati della prima sezione civile di cassazione hanno emesso una sentenza (che potete scaricare qui: https://mega.nz/#!VFwUmAQZ!DQkiW9MkHS843u-RdYG35vsM10rDajCwUGumopAKaKE ) in cui si legittima l'indicazione sulla carta d'identità del sesso diversa dalla realtà.
Il richiedente, nato uomo,  ha cercato di cambiare sesso anche chirurgicamente, ma poi ci ha ripensato è ha chiesto solo di essere considerato donna sui documenti. Se avesse subito l'operazione, lo stato italiano gli avrebbe riconosciuto il cambio di sesso. Dato che ciò non è avvenuto, il richiedente ha portato avanti una causa per avere il cambio di sesso sui propri documenti a prescindere dall'operazione, perchè si sente donna anche se ha un corpo da uomo.
Il giudice ha accettato la tesi proposta dal suo avvocato, che il suo assistito pur non potendo cambiare sesso, si sente ed è una donna.
Questa decisione potrebbe creare un pericoloso precedente, i documenti devono sempre rappresentare uno stato veritiero e non desiderato della realtà.
Immaginiamo cosa potrebbe succedere se uno si svegli una mattina e desideri o creda  di essere più alto, di essere dichiarato un "gatto", oppure di abitare in un castello. Avremmo tutti dei documenti che dichiarano il falso, e le truffe si moltiplicherebbero.
Lo stato deve garantire la realtà dei fatti, per evitare falsificazione e garantire l'identificabilità.
Se un uomo si sente una donna, non vuol dire che sia una donna, significa solo che non accetta quello che è. Sicuramente è una condizione triste e di malessere per queste per queste persone, ma giustificare il loro senso di disagio non è un vero aiuto.
Senza entrare nel dettaglio del danno sociale e psicologico che si aggrava su queste persone con una sentenza come questa, oppure al fatto che un uomo operato per sembrare una donna rimane sempre un uomo (il DNA lo dimostra e l'operazione chirurgica lo rende anche sterile), pensiamo alle questioni legali irrisolvibili che si possono generare, ecco ad esempio una carta d'identità dove in rosso sono stati messi i dati che l'intestatario voleva:

Ci rendiamo conto che non ha senso?

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